Cambiamo Cartelli, Please

Martedì scorso a Milano, sono passato accanto ad alcune zingare che, sedute per terra, fianco appoggiato ad una colonna, chiedevano l’elemosina: due in una stazione, una in un’altra. Su vagoni, poi, altri personaggi: un clown e un suonatore di fisarmonica, nazionalità indistinta, chiedevano pure loro. Ma questi non c’entrano nel discorso. Le tre avevano tre cartelli scritti a mano che dicevano “Ho fame”. Li ho notati perché le tre erano in carne, per un dietologo obese, per me sovrappeso, cicce… quei cartelli stonavano e ricordo di aver pensato che avrebbero fatto meglio a scrivere: “non ho i soldi per la ricarica telefonica”, “non ho i soldi per scaldarmi”, “non ho i soldi per comprare ciò che vorrei”… Tutto, insomma, ma non il cibo che abbondantemente consumano. Almeno all’apparenza.

Forse all’apparenza perché alcuni giorni dopo, a Torino, ad un convegno si è parlato di “globesity”, ovvero della pandemia mondiale di obesità: più obesi che denutriti al mondo. E le cause di questo paradosso (Swift palerebbe di “una modesta proposta”: dar da mangiare i primi ai secondi), le cause sono: eccesso di cibi raffinati, con zuccheri semplici, grassi, sale; cattiva cultura alimentare e in genere scarsa cultura; abitudini sociali sbagliate; scarso movimento… Ecco, dunque, la risposta vera.

Le tre donne avevano fame sì, ma di cibi sani, di cultura alimentare, di fare sport, di cultura in generale… di emanciparsi dalle tradizioni. I cartelli avrebbero dovuto avere scritte diverse: “ho fame di cultura”, “ho fame di cibi freschi”, “ho fame di cibi sani”, “ho fame di sport”. Avrebbero, ma loro lo sapevano? Dovremmo dirglielo noi? Le zingare e gli obesi in generale hanno diritto di vivere come vogliono loro? Sono carnefici di sé stessi o vittime della loro ed altrui ignoranza? E gli ignoranti, che ignorano, debbono essere istruiti a forza o no? O dobbiamo lasciarli liberi di fare e pagare poi noi i danni che fanno a se stessi e ai loro congiunti? Non so… domande.

I cartelli, erano, sono fasulli! Sbagliati.

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