Calma e Sangue Freddo

Quando vedi una pianta attaccata, ti fa paura. Migliaia di coccinelle asiatiche, la Popillia Japonica, che divorano le foglie, senza esclusioni di sorta, trasformandole in un reticolo, in uno “scheletro”. Impressionante! Il terrore si diffonde e cerchi soluzioni. Per ora non ci sono trattamenti naturali, solo chimici. Ovvio che l’insettaccio, assai prolifico, abbia attaccato anche le vigne novaresi (e non solo: è segnalato in Emilia, in Lombardia e in Veneto) e che dunque la paura si diffonda. Però, come ha ricordato il professor Giuseppe Carlo Lozzia, professore di Agraria dell’UniMi, “calma e sangue freddo!” (le parole forse non erano proprio queste, ma il senso sì). “Troveremo un rimedio, come abbiamo fatto per il castagno”. Al caso si stanno occupando alcune Università, ma anche la UE che finanzia le ricerche in merito. In ogni caso, “prima di trattare”, “si deve fare una valutazione dei costi economici, ecologici” e aggiungerei io, “sociali”. Trattare, infatti, ha un impatto economico, ecologico e, ovviamente, spaventa sia gli abitanti dell’area sia i consumatori. Per cui, scordandosi di avere tutele foglie perfette, si deve valutare il punto, la percentuale di area attaccata e poi trattare. Dal 30% al 50%, in su vale la pena. Ovviamente, in attesa di un rimedio. Intanto si stanno anche studiando degli scuotitori con aspiratori, perché si è visto che la mattina sono inerti e cadono. Ma si è visto anche che poi ne arrivano delle altre. Insomma, calma e sangue freddo che il rimedio verrà e nell’attesa nessuna nevrosi da trattamento.

Foto dal sito del Parco del Ticino, attore primo del contenimento della Popillia Japonica

Il tutto è stato detto (fra molte altre cose) durante La Giornata della Viticultura del 3 settembre scorso organizzata a Fara Novarese.

E i privati? Per loro non c’è che attendere e sperare che si trovi rimedio in fretta. Maledetta cimice asiatica!

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