Il Bello dell’Italia, di Maarten van Aalderen

Il Bello dell’Italia, di Maarten van Aalderen

L’ho trovato per caso. Sono andato ad una serata dedicata ad Hemingway e fra i relatori c’era un giornalista olandese che presentava il suo penultimo libro: “Il bello dell’Italia”. Cosa c’entrasse con lo scrittore americano, ora non ricordo. Ma il libro parla dell’Italia e forse la serata era dedicata all’immagine che Hemingway aveva dell’Italia. Un’immagine a luci ed ombre: luci il popolo, la gente; ombre la classe dirigente.
Anche il giornalista olandese aveva un’immagine ben chiara del nostro Paese. Positiva. Più di quanto ne pensi l’italiano medio. E lo ha fatto dire da venticinque suoi colleghi della stampa estera. I quali hanno scelto un aspetto particolare del Paese e lo hanno commentato.
C’è chi ha scelto la moda, chi un territorio, chi la lingua, chi un aspetto della personalità italiana… Molti hanno parlato della nostra cucina, dei nostri vini: Esma Cakir, turca, ha parlato di “Elogio della Convialità”, elogio del convivio, della tavola italiana; lo spagnolo Rossend Domènech, di “Slow Food: l’alimentazione consapevole”; il finlandese Petri Burtsov, di “Cibo e marketing: la buona ricetta di Eataly”; il giapponese Tetsuro Akanegakubo si è dilettato di parlare de “La tradizione romanesca in trattoria”; ed infine, l’americana Monica Larner ha elogiato il nostro vino nel suo pezzo “In vino veritas”.
Il libro è una dose fin eccessiva di positività per un Paese abitato da ipercritici ed un tantinello autodistruttivi. Però è bello. Se lo trovate, leggetelo. Farà ancor più piacere stare a tavola e sorseggiare un buon bicchiere di vino, pensando che, poi, non è proprio un posto così brutto dove vivere.

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