Anno arido

Un anno arido, il 2003. Un’estate calda, siccitosa. Surreale. Caldo ovunque. Vino che latita, acqua che avanza, spese folli per aria condizionata… Cammino sul lungolago e vedo gruppi di turisti che, incuranti, si gettano nel Lago e ne emergono senza asciugarsi. Il caldo basta ed avanza per questo. Anno strano. Anche per il vino. Le uve sono arrivate a maturazione anche un mese prima, ma spesso la maturazione della buccia non era completa, anche perché la mancanza di escursione termica ne ha appiattito profumi e colori. Vini strani. Vini un po’ surreali. Ne ho assaggiato un altro di questi figli d’anno strano: è il ghemme docg Ca’ Nova, 2003, 13,5°. La produttrice, Giada Codecasa, è al tavolo con me –alla scuola alberghiera di Stresa-  e me lo commenta: “lo sai che Bogogno ha un clima particolare, il vento del Monte Rosa… lo sai: hanno sofferto di più l’annata calda i nostri colleghi del sud Piemonte…”. Forse ha ragione lei. Ma assaggio: il vino ha un bel colore e un buon profumo, un bouquet di tabacco dolce, prugna secca, alcool, un che di balsamico… un vino pronto, maturo. Da bere ora. Lo assaggi e in bocca senti una nota di accesa freschezza, un che di amarognolo ed è leggermente allappante. Un vino giovane. Non pronto. Da far affinare ancora. Maturo agli occhi e al naso, adolescente in bocca. Nell’insieme discreto, buono con il cibo. Ma comunque, un vino strano, figlio di un anno surreale.
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