Altro che pratica di cucina e di sala!

Nella scuola pubblica gli studenti dovrebbero pagare anche la quota per i laboratori. Cioè, come nel caso delle scuola alberghiere, i liquori e i vini per le esercitazioni; le derrate alimentari; i toner dei computer etc etc…
Dico “dovrebbero” perché non è obbligatorio farlo. Non so esattamente perché, ma immagino che non siano obbligatori perché non tutte le scuole, anche alberghiere, hanno dei laboratori. E dunque perché pagare?
Ma se li hai e non vuoi pagare? Ecco il nodo! Se non paghi, hai comunque diritto a frequentare i laboratori. Senza dover dare alcuna spiegazione. Una furbata. E non c’è preside che tenga: sei obbligato. E dunque, negli anni, i “furbi” sono aumentati e la Scuola ha sempre meno soldi. Un po’ li racimola da altre voci, ma sempre meno ed oggi, in realtà, si risparmia su tutto, perché a pagare sono sempre meno.
Così come nelle elementari c’è il problema della mensa, che tanto scandalo suscita; nelle scuole alberghiere c’è lo scandalo dei laboratori, che non frega niente a nessuno. Anche ai professionisti del settore. E nessun benefattore darà mai dei soldi per gli studenti le cui famiglie non pagano (magari poi li hanno ma non debbono comunque giustificarsi).
Risultato? Nei prossimi anni assisteremo sempre più a ore laboratorio mimetiche: cocktail con l’acqua, piatti descritti ma non realizzati, computer spenti… ma nessuno sembra avvertire la gravità del fatto. Può una scuola professionale alberghiera non far fare ore di pratica agli studenti? A quanto pare sì, basta che tutte le famiglie decidano di non pagare più i contributi laboratorio, a torto o a ragione! Tanto nessuno dice niente…
Amen.

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