Un Compasso Ristorativo

Se metto il compasso sul mio lago, il Lago d’Orta, dove vivo; se metto il compasso sulla cartina e calcolo un centinaio di chilometri trovo almeno cinque ristoranti segalati dalla bella guida on line 50Topitaly. Una Guida che distingue in base a fasce di prezzo. Nel mio compasso gastronomico, cioé le distanze che potrei percorrere per andare a cena, ritrovo alcuni nomi noti e qualche sorpresa.

Nella fascia di prezzo oltre 120 euro, svetta ma solo al 18mo posto, Villa Crespi di Orta San Giulio (No) dell’Antonino nazionale. Un ristorante che “svetta su una delle sponde del lago d’Orta. Si ha l’impressione di arrivare in un castello delle fiabe tanto se ad accogliervi sarà il sottile velo di nebbia autunnale, tanto se sarà il cielo terso della primavera. E’ una fiaba che si declina sempre romantica, assecondando le stagioni e i colori del lago e della natura” dice l’anonimo censore. E la cucina? “ Una cucina che fa sognare per ingredienti ricercati, abbinamenti e estetica delle preparazioni. L’anima partenopea dello chef è spesso presente in una carta ampia che prevede anche due proposte di degustazione. Percorsi che consentono di assaporare sia alcuni dei più riusciti piatti storici che qualche recente creazione. Non si può arrivare qui e non trovare il piccione con fegato grasso al grué di cacao e salsa al Banyuls. Una vera golosità per gli amanti del volatile. Anche la triglia melanzana e provola affumicata è assolutamente da provare, raccoglie infatti da anni continui estimatori. Due piatti simbolo non a caso diversi tra loro perché la mano in cucina si muove sicura sul fronte delle carni come su quello del pesce. Gioca tra tecnica classica d’ispirazione francese e contrappunti contemporanei sottolineati dai profumi del mediterraneo (sic!).

Un po’ più a ovest, a Vercelli, e un po’ più in giù in classifica (41mo posto) trovo i fratelli Costardi, con il loro Christian & Manuel Ristorante di cui si dice che è “un piccolo albergo a conduzione familiare della provincia italiana, nella periferia vercellese”, in cui “troverete una delle cucine più interessanti del Bel Paese… Nel menù troverete una sezione intera dedicata ai risotti. Oltre venti risotti in carta, anche per una persona. Si passa dalla tradizione dura e pura, quella della Panissa alla vercellese, con fagioli e lardo, fino a quelli più innovativi e fantasiosi come quello con pesto di salvia e lime o il sottobosco di carnaroli. Però oltre ai risotti c’è di più. Una cucina molto interessante che si divide nella parte salata e in quella dolce. La crema di patate, baccalà mantecato e noce moscata, la triglia in oriente e lo scampo in saor, sono tre assaggi centrati e concentrati. L’animella, cavolo pack choi, salsa al marsala ed il piccione in due servizi, sono da provare, perché convincono, chiuderanno la vostra cena salata. Capitolo a parte per i dolci”.

Nella fascia di prezzo fino a 120 euro, ancora Orta San Giulio, con il ristorante La Locanda di Orta, al 34mo posto della classifica. Del locale si dice che ”tutto è perfetto, a partire da una location che affaccia sul borgo antico d’Orta, un sacello medievale di bellezza e atmosfera, proteso sul lago (e la vista dalla terrazza della Locanda è mozzafiato)”. Mentre della cucina: “tecnica, forme, passione, la percussione continua degli agrodolci che, oltre a essere divertente, imprime un marchio di fabbrica alla cucina di Andrea Monesi, purosangue della ricerca che, nemmeno trentenne, vince su tutta la linea”.

Una sorpresa nella categoria Low Cost, visto che al 50mo posto c’è la Bocciofila di Borgomanero (No), tempio delle tradizione.Del ristorante si legge che “è un’istituzione del “fatto in casa” e di una cucina baricentrica che guarda a Piemonte e Lombardia, con i punti di contato di risotti e paste ripiene che, qui, sono il pezzo forte della scena”. Del localeaggiunge che “primo attore è Giancarlo Rebuscini, il burbero chef patron che, talvolta, fa capolino in sala. Il copione è consolidato: i salumi di tradizione, ma anche l’insalata di gamberi; oppure gli agnolotti al sugo e risotto alla Parmigiana o al Gorgonzola. Anche le altre paste meritano l’assaggio come i maccheroncini che sono autoprodotti giornalmente. Imperdibili, quando di stagione, i bolliti e il soufflè che qui è magistrale come il tapulone d’asino, piatto simbolo di Borgomanero, che non ha eguali per intensità e armonia”.

Un po’ più in là del Lago, nella categoria Trattorie; un po’ più verso il Piemonte vero e proprio c’è la Valsesia ed è proprio lì che si trova l’Hosteria dei Bricai, a Rassa (Vc), 46mo posto in classifica. Un locale “ minuscolo come il paese: legno e pietra nelle due sale gestite da Chiara Maccagnan. Ed una cucina “felice… di Giorgio De Fabiani che dalla valle prende il meglio dei prodotti (le tome di Alagna, le carni di Ottone a Scopello, il pane di Eugenio Pol “Vulaiga”) e li elabora con sperimentazioni anche ardite, come nel caso della polentina concia con la ‘salama da sugo’ ferrarese”.

Ecco, questi sono i locali in cui, ragionevolmente, meglio il mezzogiorno, posso andare e poi tornare senza troppa fatica. Ovvio che ce ne sono altri, ma questi segnalati sono sicuramente da provare (quelli che mi mancano).

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